Tour Sentiero del Marrone e della Pietra e del Marrone e delle Certose  MTB / GRAVEL

MTB / E-MTB

Questo anello misto si snoda in gran parte su sterrato sul lato destro della Valle con un rientro su asfalto dal versante opposto e permette di esplorare boschi, alla scoperta di emergenze storiche architettoniche, in particolare le Cerose di Banda, Montebenedetto, ma anche castelli, torri e roccaforti medievali, sul percorso della Via Francigena della Valle di Susa.

 Ė richiesto un discreto livello di allenamento, fattibile anche con bici gravel, anche se in un piccolo tratto è difficilmente pedalabile con questo mezzo e toccherà scendere a piedi, con circa il 40% del percorso a fondo naturale.

Partendo da Susa si sale per il primo tratto ripido della mitica salita al Colle delle Finestre a Meana di Susa;  A inizio paese si svolta a sinistra diretti verso Mattie. Poco dopo l’innesto su un curvone si svolta a 180° seguendo le indicazioni per Menolzio dove incroceremo la Torre e i resti della sua Casaforte del XII secolo. Attraverso le Frazione del paese si arriva ad un tratto sterrato in mezzo ai castagneti per poi imboccare in discesa in zona Giordani la provinciale direzione Bussoleno. Attenzione perché a metà dell’ultimo rettilineo si svola a destra quasi a 180° mentre in prospettiva sullo sfondo si vedrà il Castello di San Giorio di Susa. La strada risale quindi per le Borgate dell’inverso di Bussoleno, Tignai, Meitre, Bessetti e qui si svolta per il Castel Borello.

Il Castel Borello 

Oggi privato, il piccolo castello a pianta quasi quadrata con cinta coronata da merli e da cammino di ronda, ha origini del X secolo e sorge isolato su uno sperone di roccia immerso fra i prati.  La sua costruzione è complementare a quella del castello di San Giorio, situato anch’esso sulla riva destra della Dora; entrambi in posizione dominante, avevano il controllo di ampie aree del territorio e, in particolare, della strada di Francia che percorreva il fondovalle. Un punto panoramico davvero interessante.

Da qui si segue lo sterrato sino all’imbocco del “Sentiero del Marrone e della Pietra”. Un tratto di single track ci circa 500 m. che sbocca nelle frazioni Grangia e Pognant di San Giorio, La discesa su asfalto si ferma in frazione Viglietti, dove si svolta a destra per imboccare lo sterrato carrozzabile, ma dal fondo pietroso e impegnativo nella sua prima parte, che fra castagni secolari e vecchia cave ci porterà sul “balcone di Banda da dove spicca a est il profilo delle Chiuse e della Sacra di San Michele. 

La Certosa di Banda  

I monaci certosini giunsero in Valle di Susa alla Losa di Gravere, tra il 1189 e il 1191. Pochi anni dopo, chiesero al Conte Tommaso I di Savoia di potersi trasferire a Monte Benedetto, sopra Villar Focchiardo, in quanto la prima sistemazione non soddisfaceva il loro desiderio di isolamento. Agli inizi del XV secolo le condizioni di vita della Certosa di Montebenedetto divennero precarie a causa dei frequenti straripamenti del rio della Sega e del rio delle Fontanelle che scorrevano ai lati della Certosa stessa. Dopo vari disastri susseguitisi negli anni, nel 1498 venne data l’autorizzazione ad abbandonare la Certosa per trasferirsi più a valle, a Banda, una grangia nata intorno al 1206, già diventata molto importante ai fini produttivi agricoli e per il legname, si costruirono camere per i conversi, un chiostro, la chiesa e altre strutture. Oggi la Certosa di Banda, abitata da pochissimi privati, è in parte distrutta, ma sono visibili i tre nuclei principali, disposti a semicerchio.

Da Banda una stretta e ripida discesa permette di raggiungere l’abitato di Villar Focchiardo. Dalla frazione Castagneretto si inizia la salita verso Monte Benedetto. La strada è a fondo naturale tutta immersa nel bosco e con una serie di tornanti in 8 Km risale il versante con pendenze medie intorno al 9% per circa 700 m D+ e raggiunge poi con traverso e una piccola discesa la Certosa.

La Certosa di Montebenedetto 

I resti della certosa, limitati al nucleo principale e alla chiesa abbaziale, sono oggi di proprietà privata e ospitano un alpeggio (con annessa gelateria!). La chiesa, che era stata tempo ridotta a fienile, è stata fatta oggetto di un intervento di restauro da parte del Parco delle Alpi Cozie: il complesso monastico è oggi all’interno del cui territorio dell’area protetta regionale. L’edificio è a una sola navata, ed è stato ampliato in fasi successive come rilevabile dalle tracce sulle pareti esterne. Nel complesso la chiesa è in stile romanico anche se non mancano alcuni particolari gotici. Il campanile è dell’inizio del XIII secolo. Delle celle non resta più traccia. Sopra quello che fu l’ingresso principale, oggi murato, è visibile un affresco quattrocentesco rappresentante la Vergine col Bambino venerata da alcuni monaci. Poco più a valle della certosa sono situati i ruderi della correria, i locali che erano riservati ai conversi e al personale a servizio del monastero.

Si rientra a Villar Focchiardo dalla strada fatta in salita e si attraversa la Dora Riparia entrando in Borgone di Susa.  Da qui si risale la valle ai piedi del versante sinsitro orografico su viabilità secondaria e attraversando tutti i paesi. 

A San Didero sul pavé si passa accanto alla casaforte merlata medievale, a Bruzolo si vede il Castello del XIII, secolo, classificabile fra i più interessanti castelli della Valle, costruito intorno a una Torre più antica. Si trova in una zona ancora parzialmente circondata da prati e vigneti, al centro di uno spazio aperto. Non essendo  costruito su un punto elevato è munito di strutture difensive quali una doppia cinta e un vallo e da una prima cinta fortificata esterna.  A Chianocco il percxrso proposto passa di fronte alla Casaforte. Un edificio   del XII secolo, citato nei documenti come domus fortis, ha struttura di castello quadrato in stile romanico, con una  corte murata – difesa da una torre d’ingresso a protezioen della residenza, coronata di merli e con  apparato di bifore, porte e camini monumentali.

Risalendo sino alla Frazione Foresto di Bussoleno giunti sul ponte sul Rio Rocciamelone, con una breve digressione è impossibile non visitare l’imbocco dell’Orrido di Foresto, e stretto canyon calcareo scavato  dalla cascata che ospita una spettacolare Via Ferrata. Al suo ingresso sulla sinistra il “Lazzaretto“, costruzione in pietra addossata alla parete che probabilmente fu un rifugio obbligato per gli ammalati di peste nel XVII secolo. 

Da Foresto in pochi Km si rientra a Susa.

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